sabato 22 febbraio 2014

Tranquilli, ci penso io...tanto sono a casa!

Il primo latte 2014
 Al Maso usciamo da una settimana di fuoco, che, ormai l'ho capito, segna l'inizio dell'anno produttivo (??). Si esce dal fancazzismo relativo invernale (insomma, quel periodo dove la vita agricola tutto sommato sembra una strada in discesa e quindi, per esempio, si comincia imprudentemente a scrivere un blog) e comincia lo slalom stalla-mungi-latte-fieno-formaggio-dinuovostalla-dinuovomungi- ecc.  Le capre hanno cominciato a partorire, e per me, eterna neofita (perché ci metto una vita a imparare, perché mi lancio sempre in cose nuove, perché sono superficiale), è sempre un misto di esaltazione, delusione, senso di onnipotenza, senso di inadeguatezza...da neurodeliri, più o meno.
Ma non è dei parti che volevo parlare, anche se meriterebbero un post alla fine del quale chiunque di voi abbia mai pensato di prendere una capra, si darebbe sicuramente al golf.
Ma il mio è un lavoro o no???  Ecco il perché del titolo: quella frase maledetta mi esce dalla bocca sempre, in automatico, riflesso condizionato da vago senso di colpa, in troppe occasioni (scuola, associazioni, amici, famiglia). Non mi trattengo, se c'è un'incombenza qualunque da svolgere in un gruppo, io mi sento automaticamente tutti gli occhi addosso e un fumetto al neon si accende sulle teste dei presenti "certo che potresti farlo tu, visto che SEI A CASA!!". Lo so che è un parto della mia fantasia malata, del mio femminile senso di colpa universale, è ovvio che nessuno pensa che io passi le giornate saltellando bucolica fra un dolce capretto e un cavoletto di Bruxelles con una coroncina di fiori in testa (vero che nessuno lo pensa?!?), però la mia sensazione è sempre quella che il mio, insomma, non sia un vero lavoro.
Prima di tutto, non produce praticamente alcun reddito monetario aggiuntivo: il Bauer, per fortuna, ha un lavoro vero (e ci risiamo, altra frase ricorrente), per il quale gli danno soldi veri che pagano il mutuo vero e varie altre vere verità! L'attività del Maso allo stato attuale è una partita di giro (per bene che vada): con quello che vendiamo ci ripaghiamo quello che spendiamo.
Secondo, e ancor più importante elemento, è un lavoro che per la maggior parte del tempo si svolge a casa!! E qui chiedo il conforto di tutti quelli che lavorano da casa!
Insomma, di sicuro non è che chi lavora a casa faccia di più di chi lavora fuori in termini assoluti, il problema è la non soluzione di continuità fra tutti i settori, ovvero: sveglia quota parte figli-colazione-prepara latte Capramarta-metti quota parte sul pulmino-sveglia altra quota parte figli-mettila sul pulmino-stalla-abbozzo di pulizie in casa-pranzo Bauer (torna a pranzo, sì!)- allatta capra-stalla-metti via il pranzo- merenda figlioli-stalla-taxi driver ginnastiche varie- stalla-cena-nanna-stalla!! E questa sequenza non tiene conto delle attività nel campo, al pascolo, nel bosco, con i turisti, attività che cominciano più avanti, verso maggio...
Il tutto condito da numerose e varie telefonate (che non ricevevo quando lavoravo in ufficio, nessuno ti telefona per due chiacchiere quando sei in ufficio), a volte la spesa nel mezzo, incombenze burocratiche (le svolgo io, tanto sono a casa)...
Lo so, suona lamentoso, ma non lo è. E' solo che questo fatto che non ci sia una netta distinzione fra momenti di lavoro e momenti casa fa sì che io dica la frase "non posso, sto lavorando" esattamente come Fonzie (do you remember?) diceva "ho sbagliato" (se non ve lo ricordate, guardate qui). Fa sì che quando ho fatto la carta di identità, alla domanda "professione?", io abbia dichiarato, dopo un lungo momento di imbarazzo, "casalinga". Mica c'è nulla di male, chiariamo. Ma io non faccio la casalinga. Io facevo la casalinga, nel lungo interregno fra il lavoro nell'ente pubblico e l'azienda agricola, ma ora no.
E quindi: il lavoro cos'è? E' ciò che ti dà reddito? E' ciò che ti occupa la giornata a cadenze regolari, sempre? E' l'impegno che prendi verso la società? Non lo so cos'è, ma so che non sono una ricca signora viziata con il ruzzino della campagna e so che devo imparare a dire che il mio lavoro è fare la contadina, a dirlo a me stessa con orgoglio e senza paura di suonare stonata, esagerata, esaltata.
Zappo, dunque sono!!


E dunque orgogliosamente vi presento le prime cagliate dell'anno!!




2 commenti:

  1. Come ti capisco cara V.! Pur facendo un lavoro più convenzionale ( per intenderci che produce reddito), ho l'ufficio sotto casa quindi per i più io "non lavoro"! Le chiacchiere tipo sono: "vai tu a far quella commissione tanto sei a casa"! Ma io lavoro le mie 8 (variabili a seconda delle urgenze) ore al giorno come un dipendente qualsiasi! Lavorare in proprio non vuol dir non fare un ...... tutto il giorno! Vuol dire fare le cose magari più concentrate per potersi dedicare anche alla famiglia ( che è un lavoro lo stesso)! Un abbraccio

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  2. Preciso comunque che farmi scendere dal Maso è come chiedere ad un orso in letargo di uscire dalla tana (e il paragone non è casuale!). In realtà nella non soluzione di continuità ci sguazzo!
    bacioni

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