mercoledì 28 ottobre 2015

La questione "ciccia", tra ultrà carnivori e veg-pride!

La gente è strana...
Mi sfugge il perché di tutto questo isterismo sulla questione "carne"
L'OMS mette nero su bianco quello che i medici vanno dicendo da anni, e tutti sgorillano. Ma tutti tutti. Un delirio collettivo, hooligans vegani all'arrembaggio di ultrà carnivori, macellai che assaltano ortolani, ortolani che organizzano veg-pride...giusto per rendere l'idea, eh. Si scherza (non vorrei rappresaglie da ambo le parti, si fa presto a stare sulle palle a tutti)!

Che la ciccia faccia male si sa da tempo. Il buon Veronesi, che di mestiere fa l'ONCOLOGO (mica il guru o il pranoterapeuta) è vegetariano dalla notte dei tempi e predica da sempre la riduzione del consumo di prodotti di origine animale. E con lui moltissimi di quelli che si occupano della salute del nostro bistrattato apparato digerente.
Quindi: perché scatenarsi?
Capisco chi sulla carne ci vive e ci lavora. Ci mancherebbe! Difendere il proprio e molti altri posti di lavoro è giusto e comprensibile. Non mi stupisce che chi vende carne sostenga che fa benissimo. Ma chi la mangia dovrebbe serenamente accettare il fatto che faccia male, senza prenderla tanto sul personale.

Faccio un paragone su me stessa.
Io sono golosa, ma tanto golosa! Ho una specie di dipendenza da zuccheri. Resistere ad un dolce è tortura e supplizio...e il più delle volte non resisto!
Ora, che lo zucchero faccia male si sa, lo so, lo sanno tutti. Ma non è che se l'OMS dice che lo zucchero fa male, io mi offendo, o me la prendo con quelli a cui i dolci fanno schifo.
E non mi aggiro sostenendo che lo zucchero fa bene, solo perché IO sono golosa. Accetto il fatto che ogni tanto (ahem, spesso, va') non ce la faccio e mi sparo la mia dose di zucchero. Consapevole che sarebbe meglio non farlo.

Altro esempio:
tutti i genitori, prima o poi, comprano il barattolo di crema di nocciole ai figli. Ma, almeno spero, sono consapevoli che è una cosa che fa male. Tant'è vero che l'apertura del barattolo si accompagna sempre da mini patetici predicozzi ("per stavolta...ma guarda che i finocchi crudi fanno meglio, e anche il cavolo lesso che non mangi mai!!"). Non conosco nessuno che si aggiri declamando le proprietà nutrizionali della crema di nocciole.

Quindi, concludendo: perché le reazioni sono così esagerate? 
Se volete continuare a consumare carne rossa e insaccati, fatelo: mica sono fuorilegge! Ma accettate serenamente il fatto che state mangiando qualcosa che non vi fa bene. Non sarà l'unica e non è un fatto personale!

PS Ovviamente ho preso in considerazione solo l'aspetto "salute" umana...quello sugli allevamenti intensivi e quanto "bene" facciano al pianeta (oltre che agli animali) è un altro capitolo.


domenica 25 ottobre 2015

Perenni forever...

Si sta chiudendo la quarta stagione (tranquilli, non vi parlo di "House of cards"). Finalmente! Ringrazio ogni santo da me conosciuto per la location del Mas del Saro: in montagna, in Trentino, in Bersntol. Non invidio per nulla chi ha l'azienda al caldo: tocca lavorare tutto l'anno! Noi invece adesso accendiamo le stufe, prepariamo l'orto e gli animali per l'inverno, programmiamo con calma la prossima stagione. Lusso sfrenato!!

E' anche il momento per impostare i cambiamenti. 
In un'azienda come la nostra, i cambiamenti sono fondamentali
Mettiamola così, che fa più figo, vero?
Perché la verità è che quando sei un "neo-agricolo" (iiihhh, che orrore!), cioè non vieni da famiglia contadina, tua nonna non faceva le marmellate, tua mamma ti ha cresciuto a latte in polvere  e Simmenthal, allora ci vogliono ANNI per capire esattamente alcune cose fondamentali, tipo:
-cosa mi piace?
-cosa mi viene?
-cosa mi fa ammattire (es:capre!)
e, molto prosaico:
-cosa mi fa guadagnare due lire oltre che un sacco di gloria eterna?

Nella mia testa (e non solo...), il 2016 sarà anno di enormi cambiamenti.
 Il Bauer ha già il visto per paesi irraggiungibili (cioè, dice di averlo, ma in realtà fa finta...spero).

Intanto comincio con raccontarvi i cambiamenti nell'orto, per quelli più radicali aspetto un po'...scaramanzia.

Lo so, tutti voi avete letto bellissimi manuali di permacoltura. Io no! Ho letto "La rivoluzione del filo di paglia" e ho il mio manuale di consultazione agricola quotidiana. Ma non ce la faccio a leggere i manualoni. Forse è per questo che ci metto degli anni a capire le cose? Cioé, non sarebbe più saggio leggere di uno che ha già fatto gli errori che sicuramente stai per fare tu? Sì, lo sarebbe. 

Ma a me piace fare errori, mi piace imparare dagli altri, soprattutto. Altri VERI, intendo. I wwoofer, per esempio. Anche se spesso ne sanno meno di me a livello pratico, mi faccio ispirare dalla tanta teoria che hanno in testa, e accetto di sperimentare con loro. 

Quindi, per farla breve:
grazie orticole annuali, per tutto quello che mi avete insegnato. Siete state la scelta più saggia che potessi fare per iniziare (basso costo di investimento iniziale, quindi bassissimo rischio di impresa...mi raccomando, questo è importante, se siete anche voi orrendi neo-agricoli).
Adesso però è il momento di ridimensionarvi. In termini di energia, siete troppo dispendiose. Ogni anno ripartire quasi da zero...non va bene. Troppo lavoro, troppo movimento, troppi input dall'esterno. E come resa economica...ahem...
Quindi: abbiamo messo a dimora un po' di alberi da frutto, un bel po' di fragole, un po' di mirtillo siberiano sperimentale e un po' di lampone artico. 
Poi vorrei fare un piccolo angolo di piante tintorie.
E una pergola di kiwi.
E una di uva fragola.

E tutto questo sarà a beneficio nostro e del "Progettone"...quello di cui ancora non scrivo...e se non ce la faccio...pazienza, avrò un sacco di cose buone e perenni per la mia famiglia!

Fragola e tagete

Fragole

Mirtillo siberiano

Lampone artico




martedì 6 ottobre 2015

Perché non metto piede a EXPO (e non datemi di "talebana"!)

Senza tanti preamboli: Expo è una gigantesca operazione commerciale, che sfrutta il trend dell'argomento "cibo" per portare soldi e affari alle solite 3/4 multinazionali che apparecchiano le nostre tavole tutti i giorni. E le apparecchiano nutrendoci di schifezze prodotte in totale spregio dell'ambiente e dei diritti dei lavoratori agricoli e non.

Ricordo a me stessa e ai miei figli che io produco e mangio e compro consapevolmente non solo per la mia e la loro salute, ma anche e soprattutto perché penso che questo sia il MIO atto politico. E penso che oggi la questione dell'accessibilità al cibo e alla terra sia il campo su cui si giocano le più importanti battaglie politiche. Ci credo davvero, e tutto quello che faticosamente cerco di tenere in piedi ruota intorno a questo convincimento.
Penso ad Antonio, il militante Sem Terra che abbiamo ospitato, a quello che ci ha raccontato sul Brasile. Centinaia di migliaia di persone che rischiano la vita per procurarsi un pezzo di terra su cui far campare la famiglia...

Non sono per la coerenza a tutti i costi: non ci credo e non è il mio obiettivo. E non sono fighetta radical-chic (lo so che è la prima cosa che pensate!).Non chiamatemi "talebana". Ma Expo, no! 

Mi avrebbe fatto meno schifo se gli obiettivi fossero stati evidenti. Che so, una cosa del tipo:
"Expo, devastare il pianeta, arricchendo l'agribusiness"... ma temo che non ci sarebbe andato nessuno. 
Forse io sì, ci sarei andata. Avrei portato via molto di più, li avrei visti in faccia. Invece hanno creato una gigantesca Gardaland, infarcita di buoni sentimenti ecologisti (così ci sentiamo buoni e partecipativi delle sorti del mondo)... Vi ricordate Matrix? Solo che lì per risvegliarsi la faccenda era complessa...

Alla Nestlé o al MacDonald costa molto meno una bella campagna di marketing pesante improntata all'ecologia, che rivedere le politiche di sfruttamento di terre e uomini che fanno sì che noi mangiamo schifezze a costi bassissimi, e loro si arricchiscono. Perché è questo che accade!

Chiariamo: non è che penso che il mio non andare abbia un qualche effetto sulla questione. Ma almeno mi ha dato l'occasione di spiegare ai miei figli ("mamma, ci andiamo anche noi?!? Daiiii...") perché NON facciamo una cosa.

E poi, via...il campo di grano in centro a Milano...