lunedì 16 novembre 2015

Bio-bollati! E perché invece non chem-bollati?

Sono due anni che ho questa foto nel PC, in attesa di scrivere un post.
Now the time has come.

Avete presente la sensazione che provate quando vi accorgete che la verità era ovvia, banale e stava davanti a voi da mo', senza che ve ne accorgeste? Quella sensazione che abbiamo provato guardando il "Sesto senso" nel momento in cui abbiamo realizzato che il dottore è un fantasma? 
Ecco, questo ho provato leggendo questo banner, trovato per caso un giorno su Pinterest.

Non è una questione "biologico sì, biologico no", che alla fine si casca sempre nell'ideologia e non ci si capisce.
Qui è una questione prettamente logica: o meglio, di logica non rispettata, con l'assenso di tutti.

Vediamo: se io coltivo il mio terreno NON usando sostanze chimiche provatamente dannose per l'uomo e l'ambiente e NON imbottendo i miei animali di farmaci e miglioratori, a rigor di logica sto facendo una cosa fatta bene. Voglio dire, non c'è molto da discutere: è oggettivo. Però se lo faccio e voglio che il mio cliente lo sappia, devo pagare (in termini di soldi e burocrazia aggiuntiva) perché qualcuno controlli. E mi devono mettere un'etichetta che dica che non inquino.

Se invece utilizzo sostanze chimiche provatamente dannose per me e per l'ambiente (il tempo di carenza non l'ho inventato io, eh) e se do farmaci e mangimi OGM ai miei animali, NON sono tenuto a comunicare nulla al mio acquirente. Cioè, sui miei prodotti non c'è nessun bollino che, almeno, attesti che ho utilizzato queste sostanze in modo quantomeno controllato e responsabile.

Ora, mettiamoci nei panni di un alieno che viene sulla terra e proviamo a spiegargli PERCHE' funziona così e non viceversa...secondo me non ci riusciamo.

Non sarebbe più logico che la normalità fosse fare agricoltura senza sostanze dannose e che, se un agricoltore desidera, per i più svariati motivi, discostarsi da questa normalità, debba assumersi l'onere di farsi certificare i prodotti come, per esempio, "prodotto da agricoltura chimica" (intendendo con questo che un ente ha controllato che la chimica è stata usata responsabilmente)? Il consumatore non sarebbe più garantito così? Non si comunicherebbe meglio perché quel prodotto costa meno (talmente meno che magari qualche dubbio forse dovrebbe nascere, etichette o no!)? Poi ognuno faccia la sua scelta, ma CONSAPEVOLMENTE.

Eh, ma si sa, il mondo è un posto strano, dove succedono cose strane, talmente strane che ci sembrano normali.