venerdì 31 ottobre 2014

La salute vien...rincorrendo le asine tra i monti!

Capita anche a noi fichissime Bauerinnen del terzo millennio, hipster, 2.0, dotate di gadget Apple e di badile, di avere periodi sfigati! E per sfiga intendo proprio "Sfiga"! Cioè, niente di esistenziale, niente energie negative che originano da blocchi dei chakra, niente di filosofico e/o mistico. Solo sfiga!
E questa direi che è stata un'estate parecchio sfortunata: non solo ha piovuto che pareva di essere sulle rive dell'Indo, non solo ha fatto un freddo che accendevo la stufa in luglio, ma ci si è messa anche la salute a fare qualche "bizza". 
Insomma, ti senti wonderwoman, farmeggi che è una bellezza e...trac! Arriva la magagnetta! Tranquilli, non vi annoierò con bollettini medici (anche perchè è tutto ok, eh!?!).
Vorrei solo raccontarvi della abnegazione e dell'affetto che le mie asinelle hanno mostrato per la sottoscritta anche in questa occasione.

Dopo aver affrontato la "magagna" con stoico coraggio e giramento di palle, me ne torno alla mia vita di Maso, esortata dai medici a intraprendere la strada della prevenzione. Cioè, io pensavo che bastasse: non fumare, essere vegetariana, mangiare bio, la pasta madre ecc ecc. E invece NO! A tutto questo, che già mi pareva facesse di me una Maria Goretti del salutismo, bisogna aggiungere IL MOVIMENTO! Ma come il movimento? Mica faccio la centralinista! Corro su e giù per il Maso tutto il giorno, mungo (mungevo), pascolo, aro, zappo, taglio, nel tempo libero salgo le montagne...non basta? No, signora bella. Ci vuole LO SPORT. Quello vero, non queste pratiche da frikkettoni. Quello che si pratica ogni giorno, tutti i giorni. Quello che io ho sempre, diciamolo, abbastanza odiato.
Me ne torno dunque al Maso con questa raccomandazione e la metto nel cassettino delle cose "vorrei ma non posso", insieme a imparare a fare la maglia e andare a cavallo.

E qui le mie asinelle decidono di intervenire: ma come?! le dicono di fare sport e lei cazzeggia?!? Con tutto questo ben di Dio di boschi intorno che aspettano solo di essere battuti, passeggiati, rincorsi? Eh no!

E quindi decidono, di comune accordo, ma sospetto fortemente che la mente del gruppo sia Heidi, di scappare dal pascolo sopra casa che avevamo appena allestito! Hai visto mai che quella scansafatiche di Bauerinn ci cerca e fa un po' di movimento come si deve.

Lì per lì, non ci siamo agitati più di tanto: gli asini non sono mica capre, mica hanno l'istinto della fuga, non sono dispettose. Saranno sicuramente in un prato nelle vicinanze. E poi, dice il Bauer, basta chiamarle, se sentono la mia voce, accorrono!! 
Ve la faccio breve: ci abbiamo messo tre giorni a ritrovarle!! 
Dopo aver allertato: guardie forestali, cacciatori, amici, conoscenti, passanti, parenti...
Dopo aver corso come forsennati su e giù per la montagna dandoci i turni...
Dopo aver dipinto scenari da "Il Padrino" (ce le hanno rubate, uccise, fatte a pezzi)...le abbiamo ritrovate che pascolavano placide come mucche in una radurina nascosta, a 200 mt dal pascolo da cui erano scappate. 
E col cavolo che rispondevano al richiamo!

Nel frattempo avevamo trascorso i tre giorni facendo sky running nei dintorni. Sospetto che fosse questo il vero motivo della loro fuga. Non la ricerca di erbetta fresca da sgranocchiare, no! Le mie asinelle non sono così materialiste. Passata l'arrabbiatura, ho capito che la loro fuga è stato un atto di affetto nei miei confronti, un richiamo alle mie responsabilità di madre e allevatrice (a 360°).

E quindi, da allora, ogni mattina vado a correre mezz'ora.
E ho rinnovato la mia fede nei poteri taumaturgici del Mas del Saro e dei suoi numerosi abitanti!!
Mafalda al momento del ritrovamento, sotto la tettoia di un maso vicino. Notare lo sguardo colpevole!

lunedì 8 settembre 2014

I Vinschger Paarlen, ovvero i segalini... e mi sento subito Bauerin!

Come promesso, sehr praktisch post su come fare i segalini della Val Venosta. Che poi chiamarli così è vagamente blasfemo e un po' ridicolo: Vinschger Paarlen, ecco come si chiamano!
Una premessa: sono anni che cerco una ricetta per fare questi panini. Non sono facilissimi da fare (almeno per me), tutte quelle provate davano alternativamente: consistenza tipo chewingum, densità dell'acciaio, peso specifico del piombo. Le galline hanno goduto più volte dei miei esperimenti falliti!
Poi sono incappata, grazie a Pinterest, in questo sito (che consiglio caldamente) e...eccoli! I Vinschger, di nuovo! Riprovo? Riprovo!!

INGREDIENTI
Pasta madre bella e buona (magari del Mas del Saro)
Farina bianca 0 bio
Farina di segale bio
Acqua
Sale
Trigonella (eh sì, ancora lei)
Semi di finocchio
Semi di cumino

LA SERA, prima di fare nanna
Impasto 50 grammi di pasta madre, 50 grammi di acqua e 100 grammi di farina bianca 0 bio. Faccio la mia bella palletta, la metto in un contenitore di vetro , copro e vado a nanna.

AL MATTINO, dopo una bella colazione a base di fiocchi d'avena
Prendo la palletta, che a questo punto sarà lievitata, e la impasto con 200 gr di acqua e farina bianca 0 bio QUANTO BASTA. E qui doverosa precisazione: io ODIO il "quanto basta"! Non so mai che vuol dire. Mi sta subito antipatico il cuoco: maccome??? Sono 10 anni che prepari 'sta ricetta, e pretendi che io, di primo acchito, sia così figa da capire quando e quanto basta? Però stavolta dovete avere pazienza: il "quanto basta" è quando avrete un impasto molliccio, che vi farà impazzire...non cedete alla tentazione di aggiungere farina!




ALL'ORA DI PRANZO, dopo aver bevuto il caffè
Impastate il tutto con 500 grammi di farina di segale bio (se avete il mulino, fatelo lavorare!) e 500 grammi di acqua. Aggiungete i semini, la trigonella e il sale. Impazzite di nuovo ad impastare, sporcate lo sporcabile: fare il pane non è una roba per signorine!
E di nuovo, coprite l'impasto con un canovaccio e andate a fare una passeggiata.

ALL'ORA DI CENA, magari un po' prima così ve li mangiate
Accendete il forno e portatelo a 180° ventilato, nel frattempo, con le mani bagnate (mi raccomando!!!), formate delle pallette (una decina) e accoppiatele a due a due sulla teglia del forno. Spruzzatele con un po' d'acqua e infornate. 
Diciamo che sono pronte dopo una mezz'ora: ma i forni sono tutti diversi, verificate!

Sono le migliori che mi siano mai venute, e per questo ringrazio di nuovo Elisa Nicoli dello staff del sito autoproduco.it.



sabato 30 agosto 2014

I gatti al maso

La piccola GOLLUM cerca casa
Credo sia difficile trovare una blogger che gestisce peggio il blog!!
Sono 2 mesi che non scrivo...e lo faccio ora per un bieco bisogno personale, ovvero...dare via la meravigliosa gattina che vedete nella foto.
Ma c'è di peggio: la mamma della gattina suddetta è di nuovo incinta!! Scostumata!! Non ti puoi distrarre un attimo che già vaga per gli altri masi dei dintorni in cerca di compagnie galanti!
Prometto solennemente che appena ha partorito e allattato, la faccio sterilizzare. Giuro!
Il fatto è che qui abbiamo già 3 gatte, e per i nostri fabbisogni affettivi e "di caccia" sono più che sufficienti.

Il gatto al maso ha una funzione fondamentale: tenere sotto controllo la natalità dei roditori (per dirla con un eufemismo, in realtà si può parlare tranquillamente di omicidi di massa...in estate i topini e i ghiri dei dintorni non hanno scampo).
Lo so, messa così è brutale. Ma dovete capire che casa nostra sarebbe potenzialmente il paradiso del ratto: mangimi di ogni tipo (per di più BIO), pane secco per le galline, compost fresco come piscina scoperta, buchi e fessure, fieno e paglia per comodo giaciglio...insomma, il Bengodi!
E quindi ci vuole un piccolo esercito felino a difesa dei Bastioni. Le ragazze fanno egregiamente il loro dovere e in cambio ricevono crocchette e carezze. Oltre a condurre una vera vita felina che si rispetti.

E quindi, direte voi, perchè non tenerne una quarta? Che differenza farà mai?
Il problema è che le nostre gatte sono moooolto affettuose, moooolto golose e moooolto viziate: una via di mezzo tra selvatico e domestico LETALE!
Fatto il loro selvatico dovere, infatti, assediano domesticamente la casa: appena uno apre una porta, una finestra, uno spiraglio, ZAC!! sgattaiolano (già...) dentro come fulmini, rubano un pezzo di pane dal tavolo e si cacciano nei letti!! 
E' una lotta senza quartiere: io le vorrei fuori, libere e selvagge, al massimo in garage...ma sono troppo furbe. 

In sintesi: fino a 3, riesco a transennarle...se aumentano, ci trasferiamo noi in garage e loro nei letti!

Detto tutto ciò, Gollum cerca casa. Ma non una casa qualsiasi. E' una gattina fantastica e merita affetto, coccole, cure e una vita lunga, sana e bella. 
Ecco, aspetto candidature!

sabato 12 luglio 2014

Buoni propositi e tendenze omicide...

Periodo faticoso, per molte ragioni. 
Una di queste è che le capre hanno, ahimè, scoperto il campo!
Della serie: siamo capre, mica sceme!
Spiego: una delle cose che mi piace di  più è portare le mie capre al pascolo nel bosco. E' il lavoro più bello che c'è: non fai nulla, stai lì e pensi, se vuoi al limite leggi, se sei con qualcuno chiacchieri, ma in fondo quello che fai è rilassarti. E non ti senti in colpa come quando stai spaparanzata sulla sdraio. Perché in effetti STAI FACENDO QUALCOSA. Capisco perché la vita del pastore, anche se durissima, abbia i suoi lati positivi.
Fino ad una settimana fa, tutto bene. Aspettavo con ansia i momenti liberi da dedicare a questa attività. Per andare nel bosco però dobbiamo passare sopra il campo delle verdure...e le ragazze non ci hanno messo molto a capire che le biete sono meglio delle foglie di acacia. Ieri addirittura le ho trascinate su al guinzaglio (sì, avete capito bene), ma appena mollate nel bosco...zac! Via di corsa nel campo.
Ora, ieri era una di quelle giornate di lavoro duro: il venerdì è sempre parecchio stancante. Di tutto avevo bisogno tranne che di passare un'ora e mezza a rincorrere 6 capre su e giù per il mio campo, bestemmiando sudata, stanca, sporca e scoraggiata. Appena recuperate e messe in guardina, ho decretato: basta, le vendo! Ma chi me lo fa fare di tenere sei belve che mi costano più fatica di tutto il resto messo insieme, che mi impediscono di andare in vacanza, che mi spaccano i recinti, che saltano le reti...per due formaggette (buonine, eh!?) che se la temperatura sale troppo le devo buttare?!? Le vendo!!
Poi, alle 9 ero a letto, ci ho dormito sopra. Il dubbio ce l'ho sempre, il mio mantra resta "lavoro e risultato devono essere misurabili almeno con la stessa unità di misura": se mi spacco la schiena il risultato deve essere apprezzabile.
Però, dopo un buon sonno, PINTEREST (il social più bello che c'è) mi è venuto in soccorso con questo bel promemoria steineriano del sabato. Soprattutto la prima parte: devo imparare a gestire i miei pensieri, a separare l'essenziale dal non-essenziale, l'eterno dal transitorio, la verità dalla mera opinione. Ho ereditato da mio padre l'istinto a lanciarmi, sopraffatta dai miei umori, in più sono femmina...la tendenza omicida è dietro l'angolo!! Per fortuna (per le capre) che sono vegetariana, sennò ieri ne facevo luganeghe a mani nude.

Adesso quindi un bel respiro, una bella riflessione rilassata, senza escludere nulla, ma ricacciamo indietro il serial killer caprino che alberga in noi!

Buon week-end!

PS Ehm, se qualcuno vuole una capra, è il momento giusto per gli affari....

giovedì 19 giugno 2014

Post Trigonella/ I "Chicchini" (ovvero muesli) del Mas del Saro are back!

Circa un anno fa, in uno dei miei raptus alimentar-moralizzatori, avevo bandito dalla nostra dispensa i mitici "Chicchini". Al Maso chiamiamo così muesli, corn flakes e qualunque cosa si metta nel latte o nello yogurt. Questo nome è rimasto nel gergo familiare da quando il piccolo Bauer era davvero piccolo e li chiamava così.
La fatwa si era abbattuta su di loro per una serie di ragioni, alcune nobili, altre un po' meno. Vado ad illustrare le ragioni della sentenza:
1-costano un botto!! Non parlo di quelli sotto-sotto-marca (il mangime bio che do alle mie capre è migliore), ma di quelli medio livello. E, tanto per non passare per allezzita (termine strettamente pisano per dire "tirchia"), faccio presente che il piccolo Bauer ne fa fuori un pacco a colazione.
2-sono pieni zeppi di zucchero che serve a dare sapore ad ingredienti scarsi e dunque insipidi.
3-in casa c'è sempre pane fresco, quindi direi che pane e marmellata (anche a vagoni) vanno benissimo.
4-la fatwa segue quella sul latte, e i chicchini nel tè fanno schifo!
Poi però al Maso è arrivata J., con le sue colazioni a base di frutta, yogurt e...chicchini! E i bimbi, che lo yogurt proposto dalla mamma lo schifavano per principio, hanno cominciato a voler fare colazione solo con queste cose. 
E J. mi ha insegnato a fare i chicchini in casa
Naturalmente mi sono subito esaltata e ho iniziato una super produzione. Rischio in agguato per chi ha più di un figlio: che ognuno reclami i chicchini customised (cioè: a ognuno ingredienti diversi)!! Un incubo...

Ecco dunque la ricetta, sono facilissimi, veloci e si conservano a lungo.

Ingredienti
Ingredienti:
-fiocchi di qualunque cosa 3 tazze (io preferisco l'avena, in quanto buona fonte di proteine...ed essendo vegetariani...ma ci sono di orzo, di farro e se siete fortunati possessori di un mulino che schiaccia i cereali, beati voi!);
-miele (tipo millefiori o comunque uno dal sapore delicato) mezza tazza. Potete usare anche lo sciroppo di agave o lo sciroppo di acero, se li avete;
- mezza tazza di cocco grattugiato (se vi piace);
-mezza tazza di noci, mandorle, nocciole, semini vari (semi di zucca, di girasole, di lino...che vi fanno bene);
-uvette e frutta disidratata varia.

Come si fa:
tritare grossolanamente al coltello semi, noci, mandorle ecc.
Mescolare tutti gli ingredienti in una grande ciotola. Il mix sarà appiccicoso.
Stendere il mix su una teglia ricoperta di carta da forno, in uno strato sottile, in modo che si asciughi più facilmente.
Metterlo nel forno preriscaldato a 100° per 15/20 min. Dare una mescolata e infornare di nuovo per 15 min. Deve imbiondire.
Dopo la cottura potrete aggiungere frutta disidratata a piacimento (non va cotta altrimenti diventa secca).
Se poi siete in calo di zuccheri grave e certificato, potete aggiungere pezzetti di cioccolata dell'Uovo di Pasqua (tanto lo so che ce l'avete ancora!). 
Fare raffreddare bene (diventa croccante solo quando è freddo) e conservare in barattoli di vetro.
Uno per membro della famiglia, naturalmente!!
la piccola Bauerin e il suo libretto di ricette!


venerdì 13 giugno 2014

Trigonella: chi siamo, da dove veniamo, dove andiamo...insieme!

Vea-Az. agricola biologica Mas del Saro
Mob: 0039- 342-7264291
Eccoci qui, a svelare l'arcano. Dedico un post a TRIGONELLA
E d'ora in avanti alternerò i post Maso/Trigonella, perché le due cose corrispondono solo in parte.

Vea (io), Paola e Daniela: tre amiche, tre appassionate di quello che fanno, tre mamme. 
Anni di lavoro insieme, di intraprese, di vacanze, di risate, di arrabbiature. E' giunto il momento di dare una forma a questo sodalizio che è nato da sé, senza che quasi ce ne accorgessimo.
E la forma che abbiamo scelto è proprio TRIGONELLA.

TRIGONELLA sarà il contenitore attraverso cui proporremo le nostre attività: a volte insieme, a volte separatamente. Perché ognuna di noi ha una sua specifica professionalità da trasmettere e perché le cose che tutte e tre possiamo insegnare e condividere con voi fanno parte di un' unica visione del mondo, della vita.
Paola-Accompagnatore di Territorio del
Trentino-
Mob: 0039-333-4861088
Il nostro pensiero di fondo è che abbiamo bisogno di rallentare, tutti. Abbiamo bisogno di usare le mani, i piedi, gli occhi, il naso, la bocca per quello che ci sono stati dati. Abbiamo bisogno di riprenderci, grandi e piccini, quello che ci spetta: cibo sano, natura pulita, belle cose fatte da noi. 
Noi un po' l'abbiamo fatto, lo facciamo quotidianamente insieme alle nostre famiglie: a volte ci riesce, a volte falliamo. Ma negli anni ci siamo accorte di quanto paghi e di quanto sia in realtà semplice. Basta un dettaglio, un tocco, un' attenzione nuova.

E quindi, ci presentiamo!

Io (Vea): contadina self-made in progress, autoproduttrice, un po' polemica, entusiasta, chiacchierona, a volte stanca.
Sarà mio tutto ciò che riguarda la terra, l'orto, il cibo autoprodotto, il Maso, il piccolo allevamento ad uso familiare, l'autosussistenza familiare.
Paola: vulcanica! Accompagnatore di territorio del Trentino, dottore forestale, comunicatrice nata, lavoratrice indefessa, creatura del bosco da sempre, appassionata e appassionante, grande esperienza di divulgazione per grandi e piccini.
Sarà suo tutto quello che ha a che fare con il selvaggio, il bosco, gli animali, la montagna, fiori e piante. 
Daniela: dolce, silenziosa, paziente, quasi zen... gestisce un meraviglioso B&B di Qualità  in Valle, ha lavorato per anni come grafica pubblicitaria e ancora lo fa, se il progetto le piace.
Daniela-gestore di b&b/grafica
Sarà suo tutto quello che riguarda l'aspetto artistico, soprattutto la lavorazione della lana, per la quale ha una grande passione. Gli oggetti che crea non sono solo belli in sé, hanno la grande dote di donare calore e atmosfera agli ambienti.

E dunque...

- AI CURIOSI, ALLE FAMIGLIE, AI SINGLE, ALLE COPPIE, AI PASSANTI, AI RITORNANTI, A TUTTI offriamo:

-la cucina del Maso, dove, fra una chiacchiera, una risata e una tisana, riappropriarsi delle antiche pratiche di autoproduzione, fra campo, stalla e focolare;

-passeggiate a ritmo lento, salite e discese mochene, alla scoperta del segreto che la montagna custodisce nei suoi boschi e torrenti;

-il calore della lana e del feltro, il profumo degli aghi di abete e delle spezie, l'Avvento e i suoi ritmi, per ricreare con le proprie mani atmosfere antiche.

AI BAMBINI E ALLE MAESTRE offriamo:

-laboratori, passeggiate, contatto con gli animali, giochi, risate e silenzi, sempre accompagnati da "Mamma Natura". Non avremo paura di sporcarci giocando con l'acqua e la terra, ascoltando il soffio del vento e i sussurri del bosco, di fare le "cose dei grandi" e di annusare il profumo della lana, di fare domande e di andare insieme in cerca delle risposte, di giocare, di ridere, di stupirci per le meraviglie del mondo e di quello che sapremo fare noi;
-atmosfere curate, bellezza, tranquillità, condivisione di ogni momento dell'esperienza.

Eccoci!
A breve, brevissimo, il calendario con i nostri appuntamenti.








martedì 10 giugno 2014

Fieno: niente eroi morti!

Eccomi qua, reduce semi viva da una 5 giorni di fieno 24h.
Si impone un post.
Riassumo le fasi che abbiamo attraversato in questi anni, tanto per dimostrare che non si parla a vanvera (e vi segnalo questo bellissimo festival che si terrà in settembre).

FASE 1: facciamo il fieno, romanticamente, senza uno straccio di macchinario, senza chiedere aiuto a nessuno, senza farci sfuggire un lamento. Insomma, se lo facevano i nonni, perché noi no?

FASE 2: appurato che per tagliare tutto a falce (cosa che il Bauer eroicamente ha fatto 3 anni fa) ci volevano tutti i giorni di ferie maturati al lavoro vero (più qualcuno di malattia per riprendersi) e dopo aver buttato tutto il fieno lasciato marcire sul campo senza sapere dove ficcarlo (non imballato occupa 10 volte lo spazio), abbiamo comprato una bella falciatrice. Adesso sì che si ragiona!

FASE 3: appurato che se non lo imballiamo non sappiamo dove metterlo (e per la verità anche imballato ce lo facciamo "ospitare" dai parenti), impietosiamo un signore con trattore e imballatrice che viene e ci fa le ballette. Questo però dopo giorni di fatica immane, a girarlo perché si secchi bene, a "andonarlo" per l'imballatrice (termine locale per dire: fare dei lunghi salsiccioni di fieno), a bestemmiare, a farsi venire colpi di calore, a lottare contro il tempo perché arrivano il temporale e la grandine giù da Palù, a sfruttare biecamente qualche stolto amico che così, senza sapere a cosa va incontro, chiede "ma vi do una mano?"...

Io a questo punto sarei giunta alla FASE 4  e cioè: l'anno prossimo pago qualcuno che abbia tutti i mezzi adatti (trattore e annessi e connessi) e glie lo faccio fare a lui!!

Perché nella 4 giorni di fieno si esplica davanti a me in maniera chiara e luminosa il principio che mi deve ispirare ogni giorno, ogni minuto di lavoro: giusto equilibrio fra fatica e risultato. 
Mica devo fare il museo etnografico vivente, o no?!? Cioè: io ci tengo ad avere il MIO fieno, che viene da un prato che ho curato io, ma ho capito finalmente che non è che se io ci rimetto la salute poi il fieno è più buono e le capre fanno più latte! Anzi: mi girano talmente dalla fatica che mi prende un odio irrazionale per asini, capre e cavoli, e questo...NON va bene!

E poi, come saggiamente ricorda un amico, una volta d'estate solo il fieno facevano. Pian piano, un pezzetto alla volta. Ci racconta che suo zio solo questo faceva tutta l'estate, poi, quando era troppo caldo, si metteva sotto un larice e riposava. E' morto a 84 anni! 
Che c'avesse ragione lui?!?