Tempo di strapianti, di semine, di potature. Come ogni anno da quando ho frequentato il corso di biodinamica, parto con i buoni propositi: seguoilcalendario seguoilcalendario seguoilcalendario...
Poi però mi areno! Al momento, sto in questa fase di spiaggiamento biodinamico.
Rileggo gli appunti e mi sento inetta, impreparata, che sbaglio tutto. Parto, mi metto gli stivali, i guanti, prendo i semi e la zappetta, mi avvio verso il campo e...azz, non ho guardato il calendario. Torno giù, levo i guanti e gli stivali, riaccendo il pc, controllo sull'ottimo sito di Paolo Pistis (cioè colui che teneva il corso di due anni fa): miii, oggi non è giorno radici, e io che stavo per seminare le carote!! Vabbè, semino i fagioli, è giorno frutti. Torno fuori, mi rimetto stivali e guanti, mi avvio verso il campicello...comincia a diluviare! Segnale astrale o banale sfiga?
Passiamo alla gestione del cumulo. Io vorrei, giuro, fare il salsiccione lungo, e poi inserire i vari preparati, ma poi mi scontro con i grugniti del Bauer: ma dove lo mettiamo? come si fa che noi usiamo la grassa dei nostri asini? che è 'sta storia dei preparati? E credetemi se vi dico che con lui è meglio evitare discorsi sui pianeti...e poi quando, come, perchè....
Insomma, mi ritorna in mente una frase che Paolo Pistis ci ha detto al corso: la biodinamica, da soli, non si fa!
Dopo due anni di tentativi falliti, capisco perché: è un sistema complesso, molto articolato, che prevede un approfondimento di tipo filosofico e non solo tecnico. E mentre approfondisci, devi mettere in atto pratiche di cui non cogli appieno il senso (spesso senza l'"appieno"): lo fai due/tre volte, poi molli.
Però però, un'altra cosa avevo pensato durante il corso: che se i terreni gestiti con la biodinamica sono così vitali, sicuramente è per la cura estrema che questi agricoltori dedicano al terreno, all'humus. E io in fondo faccio lo stesso (cerco di farlo, almeno). Magari in modo meno strutturato, però io la mia terra me la curo, la tocco, la nutro, ogni singolo giorno.
Rispettare l'humus, quel sottile strato di terra fertile (30 cm) che nutre il pianeta (altro che EXPO!!) è il contributo più importante che possiamo dare come agricoltori.
Quindi que viva la biodinamica, que viva l'agricoltura sinergica, que viva la permacultura!! Que viva qualunque tipo di pratica che ci fa mettere le mani in terra, tutti i giorni!
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